Contro la violenza sulle donne fatti, non (soltanto) parole

Oggi è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Nanni Moretti diceva che le parole sono importanti ed aveva, anche secondo me, ragione da vendere.
Quando si parla di violenza sulle donne però le parole, pur restando importanti, non bastano.
Quando penso ad un gesto violento e orrendo come quello di abusare, fisicamente ma anche mentalmente di una donna, sono portato a paragonare l’autore di quel gesto a un mafioso della peggior specie, quello che uccide, che taglieggia, che minaccia.
Il paragone è calzante per tanti motivi: in entrambi i casi ad esempio ci sono vittime spesso restie a denunciare per paura. Ma denunciare è l’unica arma che abbiamo contro questa inaccettabile violenza e lo Stato difende e tutela chi denuncia, in modo diverso ma in entrambi i casi efficace.
Sia per la violenza contro le donne sia per la mafia poi c’è stata per anni una sorta di autocensura, una voglia insana di non parlarne, quasi a voler nascondere sotto il tappeto dell’omertà questa sporcizia. Eppure, così come la mafia non è affatto vinta, nonostante il cambio di strategia che la vede operare adesso dietro le quinte della politica e degli affari, anche le violenze sulle donne, specie in famiglia, continuano spesso coperte dagli stessi familiari, in nome della tutela di non si sa bene quale dignità, quando invece l’unica dignità da tutelare sarebbe quella delle vittime.
I dati sono davvero impressionanti: 84 omicidi di donne nei primi nove mesi del 2017, il 73% dei quali avviene in casa e nel 56% dei casi l’assassino è il partner o l’ex partner. Circa 3.000 poi le violenze sessuali denunciate nei primi nove mesi del 2017 ma, ne sono sicuro, tante altre aspettano ancora di venire alla luce.
Insomma, azzardo forse nel definire chi commette una violenza su una donna alla stregua di un mafioso, ma la repulsione sociale verso simili individui è sostanzialmente la stessa.
Lo Stato e quindi la politica possono e devono fare di più ma mai come in questo caso serve una mobilitazione sociale e culturale dei cittadini. Soltanto denunciando e lottando in ogni campo per una vera parità dei diritti sarà possibile, un giorno, parlare esclusivamente al passato di questa giornata.