Lettera aperta al Consiglio Comunale di Palazzolo Acreide
Egregio Presidente del Consiglio, gentilissimi consiglieri,
seguo sempre con attenzione e partecipazione le vicende del territorio provinciale, di cui sono diretta espressione all’Assemblea Regionale Siciliana, con particolare piacere poi quelle inerenti la zona montana, sede di realtà storiche, culturali ma anche economico-sociali importanti e che meritano il necessario riconoscimento, non soltanto a livello provinciale ma anche nazionale se non internazionale.
È il caso ad esempio di Palazzolo Acreide, ingiustamente piazzato al secondo posto come Borgo dei Borghi italiani ma che nel cuore di chi lo visita assume sempre il ruolo di primo classificato, per l’indubbio fascino che trasuda da ogni viuzza, da ogni angolo o scorcio attraversato.
Tanta bellezza fa giustamente il paio con lo spirito fiero e battagliero dei suoi abitanti, la cui passione per le cose belle ma anche per le cose buone ha contribuito a far diventare Palazzolo Acreide lo splendido luogo di cui adesso tutti parlano, inclusi i media nazionali.
L’attivismo e il fermento dei cittadini di Palazzolo Acreide ha poi come diretta conseguenza una classe politica altrettanto viva e dinamica, interessata a compiere il proprio servizio per il bene di tutta la comunità.
Questo assunto, sempre valido, ha però avuto negli ultimi mesi un’eccezione non di poco conto, tale da far sorgere dubbi non già agli addetti ai lavori della politica, per i quali nulla o quasi oggi provocherebbe sorpresa o sgomento, ma tra gli stessi cittadini di Palazzolo Acreide che hanno visto i loro rappresentanti politici, eletti con il fondamentale obiettivo di rilanciare la città attraverso un’opera di rinnovamento e rilancio importante, concentrarsi su una questione personale, piccola e, mi sia concesso, anche abbastanza tignosa.
Nello specifico mi riferisco alla pervicacia con cui, a fronte di un debito riconosciuto e già rateizzato da parte della consigliera Giulia Licitra nei confronti del Comune, il Consiglio Comunale continua, attraverso convocazioni mirate, a voler estromettere la suddetta consigliera, nonostante la dimostrata buona volontà espressa con il pagamento regolare delle rate concordate insieme agli uffici comunali competenti.
L’impressione, ovviamente soltanto apparente, è che in presenza di una situazione di pandemia mondiale devastante, con le imprese in ginocchio e con i cittadini pieni di paure e incertezze, la massima assise cittadina non riesca a non pensare ad una consigliera che sta pagando, come migliaia di italiani, il suo debito a rate e la voglia per questo privare del suo seggio, tradendo peraltro la volontà popolare che lì l’aveva voluta.
Al di là della dubbia scala di priorità presa come modello dal Consiglio Comunale di Palazzolo Acreide, peraltro sovrano nello scegliere come meglio crede gli argomenti di cui trattare, così come confermato da un parere espresso dall’assessorato regionale agli Enti Locali, la questione assume particolare rilevanza perché rischia di diventare un precedente squalificante per l’intera classe politica, anche da un punto di vista formale.
Nello specifico, punire così platealmente una cittadina che decide di mettersi in regola con i pagamenti, usufruendo ben prima di essere eletta al Consiglio Comunale di una normativa valida per tutti, può diventare controproducente nonché addirittura invitare chi volesse fare altrettanto a desistere. In fondo, non si capisce perché le regole debbano valere per tutti ma non anche per i politici e anzi, un’opportunità data ai cittadini per evitare di aprire un contenzioso debba essere utilizzata per l’estromissione di una consigliera, peraltro “casualmente” in dissenso con la linea della maggioranza; inoltre, a norma dell’art 48bis del DPR 602/1973, qualora un privato o un ente creditore verso un ente pubblico si trovasse al contempo anche in posizione debitoria ma con una richiesta di rateizzazione del debito, lo stesso ente potrebbe con tranquillità erogare la somma dovuta, perché la posizione del contribuente sarebbe considerata in ogni caso regolare.
È evidente dunque che in questo caso non ci troviamo di fronte ad un contenzioso tra la Consigliera Licitra e il Comune di Palazzolo Acreide ma al suo esatto opposto, ovvero una soluzione condivisa permessa dalla legge; non riconoscendo questa evidenza, si rischia di fare un torto non alla Consigliera Licitra ma a tutti i cittadini e i loro rappresentanti che confidano ancora di vivere in uno Stato di Diritto.
Alla luce di quanto detto ma soprattutto in nome del buon senso e del rispetto della volontà popolare, invito lei, Presidente, e i suoi Consiglieri a riconsiderare la vostra posizione sull’estromissione della Consigliera Licitra e provare invece a concentrare le brillanti menti del Consiglio, insieme alla Giunta e a tutte le forze sociali della città, verso il sostegno alla popolazione e agli imprenditori locali che in queste ore saranno costretti ad affrontare le conseguenze di un nuovo blocco parziale delle attività.
In questo caso, sarei davvero orgoglioso di poter dare il mio contributo, al fine di lavorare insieme per il bene dell’intera comunità.
Vi ringrazio per l’attenzione e vi porgo i miei
Cordiali Saluti
On. Giovanni Cafeo
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