Dal sindacato l’appello a fare sistema per il territorio, l’On. Cafeo: “necessario un cambio di approccio in chiave evolutiva, fare tutti un passo indietro per andare finalmente avanti”
“L’appello lanciato nei giorni scorsi dalla Uiltec Sicilia a mezzo stampa ha riacceso l’attenzione attorno al protocollo per la richiesta di area di crisi industriale complessa firmato lo scorso mese a Siracusa e recentemente formalizzato dalla Giunta Regionale, peraltro con un inspiegabile ritardo, ma soprattutto ha posto l’accento sulla lacuna forse più grande per il nostro territorio, ossia l’incapacità di fare squadra, insieme, per il bene comune”.
Lo dichiara l’On. Giovanni Cafeo, segretario della III Commissione ARS Attività Produttive.
“Non un semplice appello all’unità, quello del sindacato, ma una sorta di <<chiamata alle armi>> rivolta sia alla propria categoria sia alle imprese e alla rappresentanza politica nel territorio – continua l’On. Cafeo – le cui posizioni sono apparse, in questi ultimi anni, distanti se non arroccate, spesso espressioni di preconcetti difficilissimi da superare”.
“Anche la stessa richiesta di stato di crisi industriale complessa rivolta al Mise, è bene ricordarlo, non è finalizzata alla dismissione degli impianti ma anzi al loro rilancio in chiave di transizione energetica e sostenibilità ambientale, sociale ma anche economica – spiega ancora Cafeo – con l’obiettivo di confermare il ruolo guida del polo industriale siracusano come hub energetico della Sicilia Orientale e, in ottica di macroarea, del bacino del Mediterraneo”.
“Per raggiungere questo traguardo, ossia diventare attrattivi per gli investimenti e incisivi nel contesto internazionale, è necessario un radicale cambio di approccio – prosegue Cafeo – in cui tutti facciano un passo indietro per poi, insieme, fare sistema e andare finalmente avanti, mettendo in campo valori e idee frutto dell’evoluzione dei rapporti socio-economici del territorio”.
“A titolo esemplificativo, il deposito di GNL ad Augusta non può diventare l’ennesimo scontro ideologico perché, semplicemente, mancano i presupposti di base – precisa ancora l’On. Cafeo – visto che l’opera serve a limitare l’impatto ambientale delle navi che oggi, invece, sono costrette ad usare un carburante più inquinante; ma anche gli investimenti che le Zes e al loro interno le Zone Franche Doganali prevederanno avranno proprio la finalità di creare sviluppo sostenibile, nel pieno rispetto delle previsioni di Agenda 2030 della Nazioni Unite”.
“Oggi ci sono dunque i presupposti, anche in previsione dell’attuazione del PNRR, per provare a ripartire seriamente – conclude l’On. Cafeo – a patto che l’appello lanciato dalle forze responsabili venga raccolto universalmente per trasformarsi poi in un produttivo metodo di lavoro condiviso”.